CometeNews

In questo numero, abbiamo il piacere di ospitare il prezioso contributo del Dott. Giuseppe Ruggiero, medico, psichiatra, psicoterapeuta fondatore e direttore di IMePS- Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli, Past President A.I.M.S- Associazione Internazionale Mediatori sistemici e F.I.A.P.- Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia, ma soprattutto Poeta.

Inoltre, abbiamo il piacere di presentarvi il corso in Mediazione Familiare Sistematica e CTU.

Buona lettura!

CometeNews – 18ª uscita

Intervista a Giuseppe Ruggiero

Dr.ssa Conny Leporatti: è con grande piacere che presentiamo Giuseppe Ruggiero, medico, psichiatra, psicoterapeuta fondatore e direttore di IMePS- Istituto di Medicina e Psicologia Sistemica di Napoli, Past President A.I.M.S- Associazione Internazionale Mediatori sistemici e F.I.A.P.- Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia, ma soprattutto Poeta.

Dr. Giuseppe Ruggiero: Grazie tante Conny per questa bella presentazione.

Dr.ssa Conny Leporatti: Vorrei farti tre domande sul tuo ultimo lavoro, molto bello, che piace anche mostrare, che si intitola: “Prove d’orchestra- La natura musicale della psicoterapia”. Un titolo suggestivo, veramente coinvolgente. Vorrei iniziare con la prima domanda. Che cosa intendi per natura musicale della psicoterapia?

Dr. Giuseppe Ruggiero: Intanto il titolo, “Prove d’orchestra” nasce da un’ispirazione cinematografica, dal film di Fellini intitolato “Prove d’orchestra” e anche la copertina del libro è tratta dalla locandina del film. Che cosa intendo per natura musicale della psicoterapia? Intanto la metafora dell’orchestra è una metafora molto utile per noi sistemici perché, non soltanto ci porta a vedere il lavoro con i sistemi umani come un lavoro musicale, tenendo conto delle varie parti, dei vari strumenti che interagiscono e si accordano tra di loro, ma a mio avviso è molto vicina a quelli che sono gli ultimi sviluppi della ricerca nel campo dello sviluppo del bambino, dove gli aspetti di sintonizzazione, rispecchiamento, ritmicità, quella che viene chiamata sincronia bio-comportamentale vengono presi molto in considerazione e vengono anche poi riportati nell’ambito clinico.. quindi per me la natura musicale della psicoterapia è l’attenzione che un operatore della relazione di aiuto, un clinico, uno psicoterapeuta deve riservare allo scambio sonoro, musicale e ritmico che si costruisce momento per momento all’interno della relazione terapeutica. 

Dr.ssa Conny Leporatti: Chiarissimo, grazie. L’altra domanda che avevo pensato di fare è relativa ad un capitolo veramente molto interessante “Gli abiti nuovi del un terapeuta sistemico”. Che cosa intendi per “abiti nuovi”?

Dr. Giuseppe Ruggiero: Innanzi tutto, il libro, per chi avrà il piacere di leggerlo, permette di fare un’esperienza. È scritto come un saggio ma si può leggere anche come un romanzo e, ogni tanto, è intervallato da qualche breve componimento poetico; quindi permette di passare da un registro all’altro, da quello dell’emisfero sinistro a quello dell’emisfero destro. Credo che questo sia un lavoro utile, non solo per il lettore appassionato ma anche per il terapeuta, per il clinico in generale. Cosa significano gli “abiti nuovi del terapeuta sistemico”? Io ho pensato, come succede ogni tanto quando dobbiamo andare a vedere il nostro guardaroba, di togliere qualcosa che ormai non usiamo più e comprare qualcosa di nuovo; anche i terapeuti sistemici lo fanno; hanno messo da parte probabilmente alcuni abiti un pò vecchi ed hanno incominciato ad interessarsi, proprio grazie alla contaminazione con altri approcci, ad alcune dimensioni che sono un nuove nel campo della terapia sistemica familiare e di coppia, come ad esempio la dimensione del rispecchiamento e della sintonizzazione. Esse sono parole-chiave nuove che richiedono la capacità di ascolto durante il percorso terapeutico, la capacità di contatto con le proprie risonanze emotive e di lavorare durante gli anni della formazione sulla dimensione della consapevolezza. Un’ultima parola per me molto importante e significativa è l’autenticità. Io parlo di disciplina della spontaneità, noi abbiamo bisogno di utilizzare quello che succede dentro il nostro cuore, dentro le nostre emozioni e i nostri sentimenti, ma di adeguarlo all’interno del contesto terapeutico del momento, vestendo come se fosse un abito, un linguaggio più possibile adeguato alle persone con le quali stiamo conversando.

Ecco quindi la scelta della parola, che deve essere un parola intonata, accordata con il sentire del momento e una parola evocativa che suggestioni.

Quindi, apriamo maggiormente, in modo più consapevole, all’uso delle metafore. Ultimo protagonista in questo rinnovamento del guardaroba del terapeuta è il corpo, che diventa veramente centrale nello scambio e nella costruzione del campo intersoggettivo

Dr.ssa Conny Leporatti: Grazie ancora. Tante suggestioni con i dovuti distinguo, penso molto anche ai mediatori familiari, all’uso del sé, all’approccio sistemico di coppia, alla famiglia. Ecco quindi la terza domanda. Nel tuo bellissimo libro troviamo lo sguardo, le forme vitali, l’incanto e il disincanto, riferite rispettivamente ad individuo, lo sguardo, alla famiglia, le forme vitali e incanto e disincanto alla coppia. Allora vorrei chiederti, che cosa cambia nei vari contesti terapeutici rispetto a queste tematiche?

Dr. Giuseppe Ruggiero: Fermo restando che per me la cura dello sguardo, la cura dell’ascolto e la cura della parola sono tre ingredienti essenziali per ogni percorso di psicoterapia, la cura di secondo ordine potremmo dire, come noi ci prendiamo cura di queste cose, il mio modello è molto finalizzato a comprendere, non tanto quello che facciamo, perché poi di tecniche ne abbiamo tante e sappiamo usarle in maniera sempre creativa, con la coppia, con l’individuo e con la famiglia, ma a come lo facciamo. Mi riferisco alla qualità della relazione che stabiliamo personalmente attraverso l’uso di una determinata tecnica. Questa esperienza mi ha portato a individuare le qualità emergenti nei diversi setting. Penso che l’intimità che si crea in uno spazio duale, con un paziente individuale, ci impone una cura in modo particolare dello sguardo e dell’ascolto. Molte cose succedono nel silenzio quando siamo in stanza in due persone. Viceversa, passando all’estremo opposto, che è quello della famiglia , è molto importante il costrutto di forme vitali di Stern, perché le forme vitali sono proprio quelle caratteristiche sonore, musicali con cui le famiglie si presentano, i corpi in azione, il modo in cui si sta nel dolore, nella rabbia, la potenza di uno sguardo, la potenza della voce; questo modo di guardare alla famiglia come un tutt’uno, che ha delle forme vitali spesso molto rigide, ci consente di fare diagnosi che ci permettono di lavorare su come ammorbidire queste forme vitali e permettere uno scambio più autentico, più fecondo e più fertile tra i componenti della famiglia. 

Infine, c’è la coppia. Se l’individuo è canto e contro canto e la famiglia è una sorta di jam session, perché la mia metafora è fondamentalmente il jazz, la coppia è l’interplay che viene sempre dal mondo del jazz, dove c’è il terapeuta che è il terzo che dialoga, proprio sonoramente, con i membri della coppia, armonizzando il conflitto. Credo che avere in mente la metafora della musica sia molto utile, ricordando che non ci sarà cosi tanto della metafora ma che si tratta di favorire quei processi impliciti di sintonizzazione che nei diversi contesti terapeutici sono efficaci ai fini del cambiamento.

Dr.ssa Conny Leporatti: Grazie, grazie davvero. Ho letto tante cose nelle tue parole rispetto al mio lavoro di psicoterapeuta, ne ho lette delle altre rispetto al mio lavoro di mediatrice familiare, ne ho lette altre ancora rispetto al mio lavoro di coordinatore genitoriale nei contesti ad alta e perdurante conflittualità. Quindi grazie per questa intervista e buon lavoro. A presto!

Dr. Giuseppe Ruggiero: Grazie Conny. Anche a te buon lavoro e sopratutto buon successo per la newsletter. Grazie mille.

LE ATTIVITÀ DEL CENTRO CO.ME.TE. DI EMPOLI

CORSI

Corso in CTU

Corso valido ai fini dell’Iscrizione all’Albo CTU del Tribunale
A chi si rivolge il corso di alta formazione in Consulenza Tecnica e Perizia?

L’ambito forense richiede competenze specifiche, sia di ordine teoriche che esperienziale. Il corso di alta formazione si rivolge a medici, psicologoci, avvocati, assistenti sociali ed a tutti coloro che si occupano di professioni forensi. Il corso fornisce competenze complesse, di natura operativa ed esperienziale integrando così i diversi curricula universitari.
Per questa ragione durante il corso veranno fornite sia le conoscenze teoriche che gli strumenti operativi e concreti per effettuare la consulenza tecnica e la perizia. Inoltre spazi specifici saranno dedicati allo studio dei casi, diverse giornate saranno svolte in co-docenza fra psicologo ed avvocato e fra psicologo ed assistente sociale in modo da mostrare l’integrazione necessaria del lavoro in ambito forense. 

Il corso si compone di tre moduli 152 ore formative:

  • MODULO A: Parte civile, totale 56 ore 
  • MODULO B: Parte penale, totale 56 ore
  • MODULO C: Danno; adozione e affido;valutazione della genitorialità, totale 40 ore

INIZIO sabato 1 Aprile 2023
Orario 9-18

I moduli sono acquistabili anche separatamente

Corso in Mediazione Familiare Sistemica

Corso riconosciuto da AIMS (Associazione Internazionale Mediatori Sistemici), Associazione di Categoria riconosciuta dal MISE nell’ambito di quanto disposto dalla legge 4/2013, e conforme alla norma UNI 11644, approvata il 30 Agosto 2016.
Corso conforme alla legge 206/2021, comma 23 (Riforma Cartabia), in ordine alle specifiche competenze relative alla disciplina giuridica della famiglia, in materia di tutela dei minori, di violenza contro le donne e di violenza domestica.

31 Crediti formativi CNOAS;
34 Crediti formativi A.Co.Ge.S.;
20 Crediti formativi per Avvocati del Consiglio Nazionale Forense

INIZIO sabato 13 Maggio 2023
30 incontri di sabato, dalle 9 alle 18