La Riforma Cartabia riforma il processo di famiglia assegnando ampio spazio alle ADR (Alternative Dispute Resolution). Le tecniche alternative alla risoluzione del conflitto più conosciute sono l’arbitrato, la mediazione civile, il negoziato e la mediazione familiare: sono strumenti di risoluzione delle controversie alternativi al procedimento giudiziale ordinario. Si tratta di procedure assai diffuse nei paesi anglosassoni, che consentono alle parti in lite di raggiungere un accordo reciprocamente soddisfacente, evitando di ricorrere al Tribunale, e costituiscono quindi alternative alla risoluzione del conflitto.
Tra le ADR, la Mediazione Familiare trova specifica menzione nella legge 206/2021 – più nota appunto come Riforma Cartabia. La legge prevede la possibilità per le parti di rivolgersi ad un mediatore familiare iscritto negli elenchi dei mediatori familiari, elenchi che saranno presenti presso ciascun Tribunale. La riforma prevede inoltre che i mediatori familiari – formatisi ai sensi della legge 4/2013 – abbiano specifiche competenze nella disciplina giuridica della famiglia, in tema di minori e di violenza domestica, ed abbiano l’obbligo di interrompere la mediazione familiare nel caso in cui emergano forme di violenza.
La legge 206 prevede anche la facoltà per il Giudice, su richiesta concorde di entrambe le parti, di nominare un professionista – scelto tra quelli iscritti all’albo dei consulenti tecnici di ufficio, o anche al di fuori di esso – dotato di specifiche competenze, in grado di supportare il Giudice per determinati interventi sul nucleo familiare, per il superamento del conflitto, in ausilio ai minori e per il miglioramento delle relazioni fra genitori e figli. Nella legge non si fa menzione specifica della Coordinazione Genitoriale, ma il riferimento a questa tecnica ADR è chiaro.
La Coordinazione Genitoriale, infatti, è un processo di risoluzione attiva delle controversie centrato sul minore, per mezzo del quale un professionista adeguatamente formato aiuta i genitori in conflitto ad attuare il loro piano genitoriale, facilitando la risoluzione delle controversie e sensibilizzando i genitori sui bisogni dei figli. Previo consenso delle parti, il Coordinatore Genitoriale assume decisioni in base al conferimento di incarico che ha ricevuto. La Coordinazione Genitoriale tiene conto del sistema familiare nel suo insieme, sia come famiglia separata, che come famiglia ricostituita, che come ambiente familiare allargato. Promuove il dialogo e l’interazione tra figure professionali di ambiti diversi – psicologico, giuridico e sociale – tutte figure che ruotano attorno alla famiglia in conflitto.
Articolo di Dr. Conny Leporatti, Psicologa, Psicoterapeuta, Consulente Uffici Giudiziari, Mediatrice Familiare, Coordinatrice Genitoriale
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