Carissime e Carissimi,

durante questi mesi così complessi, nei quali abbiamo fatto il possibile per essere di supporto rispetto ai tanti disagi dovuti alla pandemia, abbiamo pensato di fornire a tutti i nostri contatti un nuovo strumento di approfondimento e aggiornamento, che vi proporremo una volta al mese.

Sono felice di presentarvi quindi CometeNews, la nostra Newsletter mensile, che esce oggi con il suo primo numero, dedicato alla psicologia clinica e, in particolare, all’interessante tema dell’implicito.
Ogni mese affronteremo un argomento diverso, scelto e pensato per Voi, elaborando pensieri, novità ed interessi, tra tutto ciò su cui lavoriamo con tanta passione ogni giorno con i colleghi del Centro Co.Me.Te di Empoli.

Per chi vuole conoscerci meglio, il Centro Co.Me.Te di Empoli, Istituto di Terapia Familiare, da me fondato nel 1996, si occupa di Psicologia e Psicoterapia, Formazione, Clinica, Servizi alla Persona e alla Famiglia e Servizi alle Aziende.

Il gruppo di lavoro del Centro è formato da tutte le figure professionali specializzate alla presa in carico della persona e della famiglia: psicologo, psicoterapeuta, medico psichiatra e medico neuropsichiatra infantile, mediatore familiare, logopedista, tutor dell’apprendimento, coordinatore genitoriale, consulente psico-giuridico, e anche fisioterapista, posturologa e nutrizionista.

Organizziamo tutti i mesi Corsi di Alta Formazione e professionali riconosciuti, seminari per psicologi, medici, avvocati, assistenti sociali, docenti e per tutti coloro i quali lavorano nella relazione d’aiuto con minori, coppie, famiglie e anziani.

Il nostro centro è anche riconosciuto da AIMS, (Associazione Internazionale Mediatori Sistemici) e sede di tirocinio di diverse università italiane ed europee.

Buona lettura! Conny Leporatti

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Monna Lisa e l’Implicito – di Roberta Cambi

La nostra cultura definisce l’uomo, da sempre, come un soggetto comunicativo: in silenzio, mentre scrive, parla oppure nell’atto di abbracciare un’altra persona, egli comunica qualcosa, e l’immagine rientra fra i primi mezzi che l’essere umano ha trovato per esprimersi.

Muovendo dalle prime pitture e rappresentazioni rupestri attribuibili all’homo sapiens, ad oggi, in cui si parla piuttosto di homo videns per l’uso dell’immagine digitale, l’immagine è ritenuta un livello di rappresentabilità del pensiero e dell’espressione umana, nel quale troviamo un doppio livello comunicativo: l’autore comunica un suo messaggio attraverso l’immagine e chi legge l’immagine la interpreta, attraverso i propri filtri personali, attribuendole il proprio significato.

Della Monna Lisa si è parlato e detto tanto, sia per la curiosità nata per l’identità sconosciuta del soggetto e della sua storia, sia per la sua espressione enigmatica.

Un volto su cui ancora oggi si fanno molte congetture rispetto al messaggio espressivo che Leonardo Da Vinci voleva comunicare: lo sguardo di Monna Lisa era sereno, malizioso o turbato in quel momento? Chi era quella persona per Leonardo, un’amante, una madre, una sorella? Alla “maschera” e all’identità della Monna Lisa sono stati dati molti significati nel tentativo di svelare il senso ed il significato dell’opera.

Si può pensare che i ripetuti tentativi di dare un significato, siano legati non tanto ad una descrizione cognitiva e dettagliata dell’opera, piuttosto al suo senso simbolico e metaforico che essa rappresenta.
Stern ha parlato del “conoscere implicito” come un insieme di conoscenze immediate, interiori, che esprimono assai di più di ciò che noi comunichiamo verbalmente ed in modo consapevole, insite a livello di vissuti e agiti personali. Egli ritiene che la conoscenza implicita maturi molto prima della consapevolezza e della conoscenza verbale. Quindi, davanti ad un’immagine, in modo inconsapevole attribuiamo un significato non soltanto a ciò che osserviamo, ma anche in base alla nostra conoscenza pregressa rispetto ad aspetti simbolici, non verbali e di aspettativa riguardo all’immagine stessa.

A questa attribuzione di significato, Stern aggiunge l’aggettivo “relazionale”, poichè conoscenza implicita regola le nostre relazioni, i nostri affetti ed è proprio nell’incontro con l’altro che si sviluppa.
Si può quindi supporre che le descrizioni attribuite ad un’immagine siano collegate a significati sia emotivi che relazionali, non espressi verbalmente. Dal concetto di conoscenza relazionale implicita, deriva l’uso dell’immagine nei contesti clinici e peritali, specialmente nell’ottica sistemico-relazionale. Attraverso l’uso di strumenti quali genogramma fotografico1, collage2,

scultura3, disegno congiunto4 e immagini d’arte5, è possibile permettere alla

famiglia, alla coppia e all’individuo di rendere esplicito ciò che non è mai stato possibile esprimere o trasmettere consapevolmente a livello verbale nei rapporti interpersonali. In tal senso quindi, il lavoro con l’immagine permette di attribuire senso e significato alla storia familiare – o alla storia della coppia – favorendo la consapevolezza e dando voce a ciò che è stato nascosto o non è mai stato possibile dire con le parole, sia nei rapporti presenti, sia nella dimensione trigenerazionale.

Nella terapia di coppia, ad esempio, se il canale verbale è saturo e la terapia sta attraversando un momento di stallo, il collage può essere un utile strumento per portare alla coscienza aspetti inconsapevoli o impliciti della relazione. Nel momento in cui il terapeuta manifesta alla coppia la richiesta di produrre un collage e, in seduta, richiede successivamente la lettura incrociata del materiale prodotto, ciascun partner esprime all’altro il proprio concetto di coppia o di sessualità tramite le immagini scelte ed a sua volta vede come l’altro, attraverso le immagini da lui selezionate, comunica la propria idea implicita di coppia o sessualità. Per mezzo delle immagini è quindi possibile ai due partner esprimere e maturare consapevolezza di ciò che era implicito, in relazione ai modelli relazionali interiorizzati che ciascuno ha elaborato, rielaborando così – quando necessario – vissuti soggettivi e familiari. In tal modo si trovano risposte a domande – talvolta neppure formulate esplicitamente – che per troppo tempo sono rimaste sotto traccia o irrisolte tra i due partner.
Monna Lisa così come tutte le immagini d’arte nasconde vissuti, emozioni e pensieri che il pittore, con il suo tocco, ha voluto racchiudere all’interno del quadro. E per Leonardo, Lisa Gherardini è stata una fonte di ispirazione, una vera e propria “partner” della coppia pittore-modella…ci si potrebbe chiedere come Lisa avrebbe raffigurato il suo partner Leonardo e quali significati avrebbe voluto veicolare attraverso questo potente canale comunicativo chiamato immagine.

De Bernart R., Merlini f. (2001). Il genogramma storico, Terapia familiare n. 65
De Bernart R. (2012). The photographic genogram, in Lowenthal D. Phototherapy in a digital age.
Routledge, Londra
De Bernat R. (2007). Immagine ed implicito. Maieutica n. 27, 28, 29, 30
De Bernart R., Georgopulos E. (2009). Intervista a Rodolfo De Bernart, Le tecniche della terapia di
coppia, in “Storie e Geografie familiari” n. 3
Onnis L., Bernardini M., Leonelli A., Mulè M., Vietri A., Romano C. (2013). Le Sculture del Tempo Familiare. Un metodo di “narrazione analogica”in psicoterapia sistemica. Eco Mente
Cigoli V., Galimberti C., Mombelli M. (1988). Il legame disperante. Il divorzio come dramma di
genitori e figli. Raffaello Cortina Editore
Leporatti C. (2020). “I colori della luce – Raccolta di Immagini d’Arte per uso clinico e nella
relazione d’aiuto”. In Riga Edizioni.
Leporatti C. (2020). “Manuale D’Uso – I colori della luce – Raccolta di Immagini d’Arte per uso
clinico e nella relazione d’aiuto”. In Riga Edizioni.

Newsletter – Settembre 2021